mercoledì 24 gennaio 2018

Quasi bella

Le dissi quello che pensavo e decise che se non poteva avermi, quantomeno m'avrebbe annegato. Le lacrime cominciarono a scendere rapide lungo le guance portandosi dietro buona parte del trucco diventando ben presto le gocce grigie di una pioggia acida e battente. E pensare che la prima volta che l'avevo vista m'era sembrata diversa dalle altre, un miraggio o un miracolo.
Era Quasi Bella ed era proprio quel "quasi" a farmela piacere: c'era qualcosa in lei che nonostante tutto continuava a sfuggirmi. Un neo, un dente storto, un non so che di imperfetto che mi cadeva dentro agli occhi ogni volta che cercavo di inquadrarla e farla mia per un po'. E invece... Invece, per qualche strano motivo era andata diversamente.
Quasi Bella era riuscita a prendermi prima che io riuscissi a prendere lei, mi aveva catturato mentre cercavo di metterla in trappola. M'aveva fatto cadere mettendomisi tra i piedi come una gatta ruffiana sulla quale è impossibile alzare le mani se non per regalare qualche carezza. Dopo l'estate passata insieme a ruzzolare in giro per il paese avvinghiati l'uno all'altra come una staccionata al suo rampicante, Quasi Bella si trasferì in città per affrontare gli studi lasciandomi solo ad aspettare il suo ritorno nei fine settimana. Se accettai tutto ciò fu forse perché m'ero fissato su di lei o forse perché in fondo stavo già alimentando l'amore, ma ora che son passati tanti anni, non so proprio come spiegare il mio comportamento di allora. Figuriamoci il suo.

Un sabato mattina che c'eravamo dati appuntamento in centro città, Quasi Bella non si presentò e non ebbi più notizie di lei per diversi giorni. Le telefonai nella casa che condivideva con un paio di amiche, la cercai in casa dei suoi genitori, provai a rintracciarla in ogni luogo che avevamo frequentato insieme o del quale m'aveva semplicemente parlato, ma niente: Quasi Bella non c'era da nessuna parte e non mi riuscì di saperne nulla di nulla.
Riemerse soltanto alcuni giorni più tardi come se niente fosse, alludendo a non so quali a imprevedibili circostanze, a quali incredibili coincidenze. Ci demmo appuntamento in un bar ed io ci arrivai con tre quarti d'ora di anticipo: durante la sua assenza era nato qualcosa dentro di me o forse era morto, non so ancora dire.
Quando Quasi Bella si presentò mi avvicinai a lei e le dissi che non volevo più vederla, che quella sarebbe stata l'ultima volta, che sì, non glielo avevo mai detto che non la consideravo Bella, ma Quasi Bella... e quel Quasi era il vero motivo per cui la lasciavo, per cui dovevo lasciarla. Me ne andai subito dopo lasciandola di sasso in mezzo al bar: non aveva fatto in tempo neppure a sedersi. Naturalmente qualche giorno dopo cedetti. Accettai di incontrarla e fu un grosso errore.
Disse che aveva avuto una sbandata, che aveva conosciuto un altro, che aveva sbagliato, ma non la lasciai finire: le dissi quello che pensavo e accettai di annegare purché pagasse.

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